dimensione dell’amore- Lc 17,5-10 |
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+ Dal Vangelo secondo Luca |
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«Accresci in noi la fede!». |
Dagli apostoli giunge una domanda forte... un bisogno assoluto. La parola fede è carica di equivoci, nella comprensione comune è quasi sinonimo di adesione a una idea [il credere come veri determinati assunti o concetti, basandosi sull’altrui autorità o su una personale convinzione – Vocabolario Garzanti], per la teologia è la prima delle tre virtù teologali, per altri è un sentimento religioso che lega l’uomo a Dio. Credere è una sorta di navigazione a vista galleggiando su un mare di dubbi, problemi, contraddizioni. La chiesa e la Bibbia sono piene di contraddizioni, come la vita degli apostoli che fanno la richiesta al Signore, del resto anche la vita di ciascuno, se non ci fossero le contraddizioni non potremmo neppure parlare di fede, perché parleremo di qualcosa razionalmente acquisito. |
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quanto un granello di senape |
La prima parabola ci parla di un albero piantato nel mare... l'impossibile che diventa possibile; l'utopia che nella fede diventa già realtà possibile e raggiungibile. La fede è capace di coniugare la realtà delle cose come reale è l’albero con la speranza di ciò che appare al momento impossibile come l’essere piantato in mare. Ci è chiesto di conoscere quell’albero e quel mare per potere avere su di essi uno sguardo utopico; la fede è uno sguardo profondo nella vita, nella storia degli uomini e contemporaneamente in Dio e nella sua imperscrutabile volontà. |
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Se ha un servo |
La parabola del servo ci fa fare ancora un passo avanti nella comprensione della fede... il servo è colui che lavora nel campo, tutto il giorno; a fine giornata anche se crede di aver finito ha ancora molto da fare non si può accomodare per mangiare, ma deve ancora rimboccarsi le maniche e servire il suo padrone. |
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Così anche voi |
Gesù esce dall'esempio parabolico e ci interpella direttamente... anche noi siamo chiamati a lavorare nel campo della vita e della storia degli uomini, in obbedienza a quanto il Padre ci chiede, ciascuno secondo la sua vocazione, ma senza riserve... con una certezza che il "lavoro della fede" non è uno "straordinario" non ci dà un maggior utile od una opportunità maggiore. È proprio la gratuità la dimensione vera del nostro essere; la capacità di servire racconta la nostra identità e il valore dell’essere umano. Quando non ci mettiamo al servizio per amore non siamo nulla, come quando facciamo qualcosa davanti al Signore cercando di farci belli ai suoi occhi, per piacere a Lui cercando nella relazione con Lui una qualche utilità. Invece la gioia, la libertà interiore nasce proprio dal sentirsi servi inutili davanti al Signore. |
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